La Cultura e' una chiave per guarire da molti mali (Alan Davìd Baumann)
Nessuna cultura puo' vivere se cerca di essere esclusiva (Mahatma Gandhi)
Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino (Albert Camus)
Cultura e' quella cosa che i piu' ricevono, molti trasmettono e pochi posseggono (Karl Kraus)
L'origine della cultura e' il poter raccontare cio' che si e' vissuto e cio' che si conosce: e' comunicazione (Alberto Salza)
Se una cultura e' viva e vitale, essa e' anche in grado di avviare un processo di mutuo scambio e di reciproca comprensione con l'identita' altrui che venga ad abitarla (Bruno Forte)
Per me "cultura" significa creazione di vita (Cesare Zavattini)

EuropEva 192020

Il primo progetto della Fondazione: la Memoria ha date certe o presunte, ma non deve avere fine. L'insegnamento può venire da tempi lontani ma spetta a noi tramandarlo, magari adattandolo alla nostra epoca.

La storia di Eva Fischer: donna e pittrice in un mondo di uomini, fuggita dagli orrori del nazifascismo. Una lotta continua sino agli anni duemila.

Tramandare significa non soltanto appropriarsi delle proprie origini culturali, ma "utilizzarle" per non ripetere o per trovare più facilmente una via di fuga o di ribellione.

Il progetto EuropEva 192020 ripercorre, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita, il percorso della pittrice Eva Fischer attraverso i paesi trascorsi lungo la vita e la professione.

Nata a Daruvar (oggi Croazia) da una famiglia ungherese, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Lione (Francia). Raggiunta la famiglia a Belgrado (oggi Serbia), è dovuta fuggire a causa dei nazisti ed attraverso l’Albania ha raggiunto le truppe italiane che occupavano la parte adriatica dell’ex-Jugoslavia. Ottenne il permesso di lasciare il campo di detenzione dell’isola di Curzola per andare a Bologna dove far curare la madre malata. Lì si adoperò per la resistenza. A guerra finita decise di trasferirsi a Roma, dove ha incontrato le personalità artistiche del tempo. Per continuare le lunghe conversazioni ed affermarsi come donna in un mestiere prevalentemente al maschile, si è trasferita saltuariamente in Spagna (per incontrare Dalì e Picasso) ed a Parigi (per l’amicizia con Chagall). Passò un lungo periodo anche a Londra, ma Roma – dove morì nel 2015 – è rimasta il suo punto d’arrivo e di partenza. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. In vita ha esposto in più di 130 mostre personali, ottenendo successo e premi internazionali.

“Non è arte – diceva – se non crea emozioni”.

“EuropEva 192020” esporrà diverse tematiche dipinte da Eva, sotto l’egida delle Ambasciate dei paesi dove l’artista ha trascorso del tempo o che hanno influito nella sua vita. Roma sarà il centro d’Europa attraverso i colori di Eva ed il Vecchio Continente troverà la propria unità ed il suo consolidamento artistico. Storia e memoria comune attraverso la pittura.

La vita di Eva verrà rivissuta attraverso vari filmati. Il primo "1920-1945", è stato presentato in anteprima durante la mostra alla Università di Roma Tre, in occasione del Giorno della Memoria 2020.